Ventuno illustrazioni più una: sono le tavole originali che compongono la mostra “L’alfabeto dei sentimenti”, tratta dall'omonimo libro edito da Fatatrac, che verrà inaugurata domenica 10 maggio, alle ore 15.30, alla Biblioteca Comunale G. Pederiali di Finale Emilia (Viale della Rinascita, 1).
Nel corso della giornata, letture e laboratori con l'autrice Janna Carioli e l'illustratrice Sonia Maria Luce Possentini. Interverrà Elena Baboni, art director di Fatatrac. La mostra sarà visitabile fino al 20 luglio, negli orari di apertura al pubblico della biblioteca.
«Ventuno tavole, tante quante le lettere di un alfabeto – scrive Elena Baboni – e la ventiduesima a raccoglierle tutte in un abbraccio simbolico, diventandone la copertina. Ventuno sono le parole, che si traducono in poesia, una dopo l'altra, secondo un ordine preciso, declinate in un alfabeto emozionale e emozionante che ha una genesi molto precisa, motivo per cui sembra andare in risonanza coi sentimenti più profondi, pur inconsciamente, di chi lo legge. La storia è semplice e vicina al luogo che accoglie la mostra in questo momento, sprofonda letteralmente nella terra su cui è saldamente appoggiata. La storia è quella di un terremoto tanto inaspettato quanto sconvolgente che ha suscitato in Sonia Possentini, dopo la visita a un gruppo di bambini accolti in un campo di un paese emiliano, l'urgenza di condividere con loro il racconto della molteplicità dei sentimenti a partire dalla P di paura, la C di casa e la A di amore: le prime illustrazioni "mute", cioè prive di testo, realizzate. Dopo questo primo lavoro di sole immagini, è seguito il progetto editoriale, affiancando a Sonia il sapiente mestiere autoriale di Janna Carioli. Janna ha saputo dare voce, in maniera delicata, efficace e lirica a una miscela di sentimenti. È stata attenta nel dosarli in base alla loro varietà, pur nel limite dei ventuno e della lettera cui erano attribuiti, creando un piccolo cosmo di varianti e di situazioni, così vicine a chi legge, e pulsanti, quale è la vita. Seguono le immagine di Sonia, quelle nuove, cucite con misura sui testi di Janna. Un'alchimia speciale fa sembrare parole e testo un tutt'uno, un linguaggio solo, un alfabeto rinnovato. Il testo fluttua nella pagina, immerso nei bianchi densi, mai spaesanti, delle tavole. Soggetti e dettagli, pochi e connotati, emergono, si sfumano, si intravedono. A volte sembrano vibrare nel bianco luminoso, mai abbagliante, avvolgente piuttosto e spesso per giunta, come certe nebbie padane che sembrano addirittura trattenere le voci, i suoni, i rumori, i versi di una poesia. Questo bianco, il bianco tanto presente nel lavoro della Possentini, si fa luogo e si mette al servizio di un racconto perché sa trattenere le parole e le voci. Il colore è dosato, ma presente, e accentua, sottolinea, fa da contrappunto alla melodia del bianco, proprio come se due canoni si rincorressero, così da dare soluzioni sempre nuove e sorprendenti: il fragore del rosso di un campo di papaveri potente come il Batticuore, l'alizarina che si deposita polverosa sulla Nostalgia, un cobalto pallido e trasparente che vela la Tristezza. L'illustrazione riuscita non conclude una narrazione, non la risolve, viceversa la apre ad allusioni a interpretazioni e possibili immedesimazioni. I ritratti di bambini, le loro pose caratterizzate, gli abiti d'antan e altri dettagli vagamente retrò affascinano e sospendono in una dimensione diversa, come in un lontano presente perenne: tutto questo e la melodia della parola poetica stringono un patto col lettore, adulto o bambino che sia. Il transfert s'innesca e ci si legge, ci si sente inquadrati in quei bianchi, nella gabbia di un testo, come a scoprirsi d'un tratto, innamorati di un racconto che ci racconta. Divertirà poi percorrere i tic di Sonia, i dettagli a mo' di firma: frequentemente appaiono gli elementi vegetali, secondo una delle sue più sfrenate passioni nella vita di tutti i giorni, qui le piante non abbelliscono però, aggiungono significato: così la temibile carnivora di Vigliaccheria, o la mela tanto ancestralmente legata al primo Egoismo dell'umanità, o ancora la spinosa pianta grassa di Rabbia. Infine, a chi guarderà attento le illustrazione dell'alfabeto, si augura tutto il piacere e il divertimento nel cogliere i dettagli, gli insiemi, le armonie e i minuscoli cambiamenti che un'edizione tipografica richiede, in barba alle immagini originali e grazie all'utilizzo sapiente degli strumenti digitali».
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