“Animha” è il titolo del corpo di opere che Pietro Bandini ha scelto di presentare in questa esposizione personale, un insieme organico di fotografie analogiche in bianco e nero che riflettono in particolar modo sui concetti di iconicità e di identità attraverso un raffinato linguaggio simbolico. Nelle immagini apparentemente semplici e scarne, appaiono allo spettatore corpi nudi, quasi sempre frontali, di donne intente a nascondere il volto con bende e teschi ovini, a cucire improbabili ferite sanguinanti, o mostrare fiere una gerbera come fosse un trofeo. La fotografia e l’iconicità di Bandini hanno bisogno di tempo e silenzio. E allora ecco che solo ad uno sguardo più attento, le immagini perdono la loro nudità e abbiamo modo di accorgerci della loro complessa anomala tessitura epidermica: superfici intarsiate, percorse da trame e segni dati dalla sovrapposizione di molti fotogrammi in uno. Una tecnica complessa ma anche una cifra stilistica della ricerca artistica di Bandini. Che siano figure femminili non è così importante; quanto invece risulta fondamentale è la loro composizione nello spazio, la loro forma, la luce che essa imprime sulla pellicola: la presenza ieratica di queste vestali ne fa emblemi di silenzio e mistero. Raffinatezza e liricità si pongono in netto contrasto con gli elementi, aspri, della composizione e ne deriva un senso di straniamento e di inquietudine. La riflessione di Bandini si snoda dunque attorno a nuclei tematici quali l’identità, la violazione dell’intimità, la mutilazione delle libertà individuali, concetti da lui posti in stretta analisi con la società contemporanea. A dare ancor più forza a queste rappresentazioni vi è la scelta del bianco e nero delle immagini, che però si arricchisce di vibrazioni tonali e materiche nel ciclo di stampe su ferro corroso, un numero limitato di esemplari presentato in mostra e che ben si raccorda al corpus principale di stampe su carta.
All'apertura di "Animha" viene abbinata l'esecuzione di “Nove tastiere”, un brano per nove tastiere appunto ideato da Gianluca Geremia e realizzato da Collettivo Rituale, formazione che si dedica alla ricerca e diffusione dei repertori Fluxus storici e contemporanei. Il brano viene presentato in prima assoluta al “Festival Camino Contro Corrente 2015 – In guerra col mondo”, che si è svolto a Camino al Tagliamento (Udine) dal 20 al 22 novembre.
La mostra rimarrà aperta su appuntamento dal 27 novembre 2015 al 28 gennaio 2016 e in occasione degli eventi e dei concerti che saranno organizzati nel corso dei prossimi tre mesi: 17 dicembre 2015, 7 gennaio 2016, 28 gennaio 2016. Per informazioni:
www.agitpropgalerie.tumblr.com, agitpropgalerie@gmail.com.
Nato a Sala Baganza nel 1955, Pietro Bandini vive e lavora in provincia di Parma. Da sempre interessato alla fotografia e alla musica, dal 1996 è fotografo ufficiale del "ParmaJazz Frontiere festival". Accanto all'attività in ambito musicale, come collaboratore della rivista "Jazzit", come fotografo ufficiale del "Festival internazionale della chitarra Niccolò Paganini" di Parma e come socio fondatore dell'agenzia fotografica Phocus Agency (2004), porta avanti una ricerca personale, alimentata da numerosi workshop fotografici con Pino Ninfa, Roberto Masotti, Herman Leonard, Didier Ferry e Jimmy Katz. Prende parte a diverse esposizioni personali e collettive, ultime delle quali "Scatti a sei corde" (Teatro Edison, Sala delle Colonne, Parma, 2005), "Muzica" (Caffè del Prato, Parma, 2005), "Il jazz dagli anni '60 ad oggi" (Museo d'Andrade, Pavone Canavese, 2005), "Scatti a sei corde" (Teatro Edison, Parma, 2006), "Il jazz dagli anni '60 ad oggi" (Chiesa dei S.S. Ambrogio e Bellino, Vicenza, 2006), "Scatti a sei corde" (Teatro Edison, Parma, 2007), "Dentro la musica..." (Teatro Due, Parma, 2008), "Phocus sul jazz" (Teatro Giuseppe Verdi, Pordenone, 2008), "Trame" (CSArt Vetrina, Reggio Emilia, 2011, nell'ambito di "Fotografia Europea"), "Happy Birthday Controtempi. Dieci anni di itinerari sonori" (Hub Cafè, Parma, 2011), "The book is on the table" (Temporary Palazzo, Parma, 2011), "Silenzio" (Ateliers ViaDueGobbiTre, Reggio Emilia, 2012, nell'ambito di "Fotografia Europea"), "Frames" (CSArt Vetrina, Reggio Emilia, 2013, nell'ambito di "Fotografia Europea"), "Mutha" (Ateliers ViaDueGobbiTre, Reggio Emilia, 2013, nell'ambito di "Fotografia Europea"), "Quadrilegio" (Parma, 2013), "Animha" ("Photolux Festival", Lucca, 2013), "Quadrilegio" (Parma, 2014) e "Animha" (Untype, Parma, 2015). Le sue fotografie sono raccolte nei volumi fotografici "Zone" (Luciano Vanni Editore, 2004) e "The book is on the table" (Mup Editore, 2008), nonché nel libro di Davide Ielmini "Giorgio Gaslini" (Zecchini Editore, 2009). Realizza copertine per libri ("Il tempo del musicista totale", Baldini&Castoldi, 2002) e cd musicali, partecipando ad importanti festival e rassegne di musica nazionali ed europee.