Indirizzo |
Skalitzer Str. 67 |
Sede |
XLAB Corrosive Art Farm |
Citta |
Berlino Kreuzberg |
A cura di |
Paola Verde e Rossella Moratto |
Tipologia |
Mostra personale |
|
|
Perpetuum mobile - Andrea Chiesi |
Mostra personale - Da Venerdi 27 maggio 2011 a Venerdi 1 luglio 2011
XLAB Corrosive Art Farm | | Berlino Kreuzberg
|
XLAB Corrosive Art Farm di Berlino (Skalitzer Str. 67 - Kreuzberg) inaugura, venerdì 27 maggio alle ore 18.30, la personale dell'artista emiliano Andrea Chiesi, curata da Paola Verde e Rossella Moratto.
Andrea Chiesi da sempre esplora le periferie urbane, spazi resi obsoleti dalla smaterializzazione del lavoro: zone dismesse simbolo del vissuto collettivo, luoghi misteriosi, ancestrali, decadenti.
Per la sua prima personale a Berlino, l'artista presenta un progetto inedito dedicato ad una serie di luoghi tra Kreuzberg e Ostkreuz, in bilico tra il passato e la cancellazione.
Una mappa personale composta da ventitre disegni ed oli su tela che si sviluppa attraverso lo sguardo di Paola Verde, fotografa milanese che vive a Berlino e porta avanti con la fotografia una ricerca analoga.
Un percorso attraverso lo sguardo dell'altro, nato da un incontro casuale e a distanza, che conduce il visitatore attraverso un mondo onirico e oscuro, dove il tempo si è fermato.
Autodidatta, Andrea Chiesi si forma nel panorama controculturale dei primi anni '80 legato alla musica indipendente: punk, industrial, new wave, disegnando per fanzine, pubblicazioni underground, esponendo in centri sociali. Testimoniano quegli anni i suoi primi lavori realizzati con un inchiostro nero/violaceo sia in grande formato che su piccoli taccuini, in cui appaiono personaggi, figure e ambienti legati sotto vari aspetti a quel mondo. Dai primi anni '90 il segno si allarga a una dimensione pittorica e la ricerca inizia a concentrarsi sulla vasta tematica del paesaggio contemporaneo dipinto a olio su tela. La prima fase del lavoro consiste nella ricerca e nell'intrusione, spesso abusiva, in quegli spazi che una volta individuati vengono documentati con la fotografia: periferie, fabbriche abbandonate, aree industriali, porti, stazioni, parcheggi, cantieri, case. È la testimonianza della trasformazione del paesaggio contemporaneo come riflesso della nostra esistenza e di una memoria storica con risvolti sociali: il lavoro, le lotte operaie, gli scioperi, l'industria pesante, le sacche marginali, le occupazioni, lo scempio ambientale, il degrado, l'abusivismo, i luoghi abbandonati. La seconda fase è quella pittorica vera e propria in cui l'artista ricrea uno spazio nuovo, essenziale, azzera i luoghi, modifica le costruzioni, lavora per sottrazione, oppure all'opposto intensifica le linee, spinge la prospettiva oltre una soglia che pare infinita, esaspera i grovigli di strutture con una rigorosa insistenza a metà strada tra la pratica zen e l'ossessione maniacale. È un altro mondo, un luogo della mente, un luogo che è su questa terra e al tempo stesso al di fuori di questa terra. Un Altrove parallelo che conserva soltanto una sottile traccia di quello originario. Recentemente ha indagato anche la dimensione del tempo: l'artista ha prima fotografato poi dipinto il mondo osservato attraverso le finestre della sua casa in diversi momenti del giorno e della notte, segnando su un diario il giorno, ora, minuto e secondo dell'attimo colto. In questa luce il lavoro diventa una sola opera autobiografica costituita da diverse parti: i diari, i taccuini, le incursioni, le fotografie, i disegni, i dipinti. Ha collaborato con gli scrittori Emidio Clementi, Ugo Cornia, Giovanni Lindo Ferretti, Marco Philopat e Simona Vinci. Ha collaborato con i gruppi musicali Consorzio Suonatori Indipendenti e Officine Schwartz. |
|
|