"Le nostre passioni e i nostri bisogni: ecco i nostri veri tiranni. Dovremmo dunque esser sempre semplici e virtuosi, se non altro per amore dell'indipendenza".
Questo passaggio tratto da Pensieri di una solitaria di Louise-Victorine Ackermann Choquet, può essere il motivo di una vita che Rosanna ha dedicato, con grande senso del nostro tempo e dei cambiamenti che lo hanno determinano, all'arte contempopranea.
Molti le devono molto. I più, anche nella piccola città, le devono molto. Tutti gli artisti e gli operatori culturali le devono molto. Anche chi ha amministrato in passato e anche chi oggi amministra istituzionalmente la cultura a Reggio Emilia le deve molto. Moltissimo.
Innovazione nel modo di divulgare, capacità di coinvolgere diverse generazioni di artisti e di operatori, sfida al provincialismo culturale, grande apertura mentale. Innanzitutto apertura al nuovo, ai nuovi segni rinnovatori.
Il tutto con un'attenzione voluta alla ricerca dei nuovi giovani artisti, tutti artisti rivelatisi poi di grandissima qualità.
Ma Rosanna è stata anche l'indipendenza nel pensiero, la coerenza nelle idee, la giusta distanza dall'economia del profitto, quest'ultima una caratteristica oggi sempre più predominante e fortemente condizionante il mondo dell'arte contemporanea. Rosanna ha incarnato il senso dell'anticipazione dei movimenti e dei linguaggi, con una costante fede nello stile della semplicità e della spontaneità.
Se l'arte dichiara la propria positività sulla negatività del presente e se richiede soprattutto, come elemento indispensabile affinché si possa verificare, figure capaci di istinto nel riconoscere, coraggio nel sostenere, dinamismo nel realizzare, Rosanna è stata tutto questo.
Molti degli artisti che lei ha conosciuto sono tra i più grandi artisti degli ultimi decenni, artisti che ognuno di noi avrebbe voluto conoscere e vivere. Tutte le manifestazioni che lei ha concepito, realizzato e promosso, iniziative straordinarie, uniche e spesso irripetibili, le avremmo volute poter vivere direttamente.
Anche i giovani le devono molto. Forse molti giovanissimi non sanno che l'apertura verso l'arte contemporanea ha avuto un cambio di mentalità profondo proprio grazie a persone originali nel pensare e autentiche nel fare come è stata Rosanna.
Ci mancherà. Ci mancherà per il suo stile, la sua disponibilità e la sua dolcezza. Ma soprattutto ci mancherà per ciò in cui ha saputo credere, per ciò che ha concepito per la comunità del mondo dell'arte contemporanea, per ciò a cui ha saputo dare origine in forme autenticamente uniche.
Nel marzo del 2011, durante la realizzazione di questo
video dal titolo "Parlare d'arte ad una lepre morta", video registrato a Reggio Emilia all'interno della chiesa di San Carlo, Rossanna ci disse che la passione profonda per l'arte contemporanea le si era rivelata, come destino definitivo, durante una sua residenza a Dusserldorf attraverso l'incontro con Joseph Beuys.
Quella sua rivelazione definitiva ha illuminato, ha saputo dare energia e forza, ha trasmesso passione e amore per l'arte contemporanea a tantissime altre generazioni.
Nel montare il video decidemmo di scegliere questo titolo, appunto "Parlare d'arte ad una lepre morta", parafrasando una famosa opera-performance di Beuys del 1965 "Come spiegare i quadri ad una lepre morta".
Un'opera che incarnava un concetto ricorrente nelle opere di Beuys: "L'unica cosa che mi preme è il colloquio con la gente: l'arte m'interessa solo nella misura in cui mi dà la possibilità di comunicare, di stimolare".
Così era Rosanna.
Anche io, tra tanti, le devo riconoscenza e sento di doverla profondamente ringraziare.
Beppe Villa, Flag! No flags! Associazione culturale ContemporaryART