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Mercoledi 15 marzo 2017 | Fantascienza illustrata, dal Novecento all'era digitale |
Siamo circondati da mondi alieni: romanzi, film, videogiochi e la scienza stessa ci hanno avvicinati a luoghi irraggiungibili. Da sempre artisti e scrittori immaginano creature impensabili e architetture visionarie... Articolo di Alberto Simonazzi.
Siamo circondati da mondi alieni: romanzi, film, videogiochi e la scienza stessa ci hanno avvicinati a luoghi irraggiungibili. Da sempre artisti e scrittori immaginano creature impensabili e architetture visionarie, ma è in particolare dalla seconda metà del Novecento che l’attenzione si è spostata a mondi extraterrestri.
Che siano pianeti ostili (John Carter di Marte), sistemi esotici (No Man’s Sky) o universi bizzarri (Dune), il cosmo ha sempre dato modo ai creativi di esplorare possibilità illimitate, sia su schermo, sia su tela (digitale o tradizionale che sia).
Nel XX secolo, l’espansione del mercato e la moltiplicazione dell’offerta hanno portato una parte del campo dell’illustrazione a staccarsi da un percorso puramente artistico, abbracciando la cultura di massa fatta di copertine per romanzi, dischi musicali e locandine cinematografiche. Artisti come Frank Frazetta, considerato il padre putativo dei moderni illustratori, o Syd Mead, creatore di un approccio al design tutt’ora moderno (Blade Runner), hanno influenzato generazioni di fumettisti, pittori, illustratori e concept designer.
Con l’arrivo del XXI secolo, l’illustrazione mainstream si converte all’era digitale: con la tecnica del digital painting non è più necessaria una formazione classica, programmi come Photoshop permettono agli artisti di approcciarsi a disegno e pittura rapidamente, a dispetto delle basi di partenza. L’arte diventa riproducibile, l’originale è solo un file di computer. Si abbattono i tempi di realizzazione e si facilitano le modifiche.
Nonostante questa rivoluzione, i migliori illustratori e concept artist sono riusciti a fare propri i meccanismi della pittura digitale, rendendosi riconoscibili per il proprio tratto anche attraverso la mediazione informatica. Dai paesaggi alieni di Sparth (al secolo Nicolas Bouvier) alle città fantascientifiche di Raphael Lacoste.
L’esclusività dell’opera non è più centrale, ma tutti i meccanismi di composizione, luci, colori ed emozioni rimangono costanti. Che si tratti di un dipinto ad olio, di uno sketch a pc o un esperimento di pittura digitale a realtà aumentata, non conta lo strumento, conta solo la trasmissione di un’idea, una sensazione. Esattamente come l’arte ha sempre fatto.
Tags Astronomia | Fantascienza | Illustrazione | Digitale
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Archivio |
Galleria Fotografica |
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Galleria Fotografica |
Frank Frazetta, The Death Dealer, 1973, olio, courtesy of frankfrazetta.net |
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Frank Frazetta, The Death Dealer, 1973, olio, courtesy of frankfrazetta.net |
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Syd Mead, Future Bugatti, gouache, courtesy of sydmead.com |
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Syd Mead, Future Bugatti, gouache, courtesy of sydmead.com |
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Nicolas "Sparth" Bouvier, The bay, 2014, digitale, courtesy of sparth.artstation.com |
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Nicolas "Sparth" Bouvier, The bay, 2014, digitale, courtesy of sparth.artstation.com |
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Raphael Lacoste, Landing Scene, 2017, digitale, courtesy of raphael-lacoste.com |
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Raphael Lacoste, Landing Scene, 2017, digitale, courtesy of raphael-lacoste.com |
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